L’Officina dei giochi leggeri fa la propria proposta al pubblico milanese con schiettezza da marciapiede e assoluta sincerità: sei canzoni schiaffate su un ep che vaga online in attesa di uno stage diving sopra il pubblico delirante dell’Indi Spotted Party.
L’Officina nasce nel 2008 e, dopo vari cambi di formazione, pubblica ora il primo ep “Rapsodia” per Top Records, acquistabile in digitale e in streaming su Bandcamp. Ma, quel che è più, la band parteciperà alla Storia del movimento indi iocombattoiposer-glihipster-delcazzo milanese suonando alla prima serata di Indi Spotted Party allo Spazio Concept il 16 marzo.
Noi abbiamo intervistato Francesco, fondatore della band, che si è fatto portavoce anche degli altri attuali componenti: Luca e Gianluca.
Francesco, alle Colonne di San Lorenzo, ci ha presentato il disco con una presunzione talmente aggressiva che si fatica a resistergli. Un ep “di transizione” ma non il meglio che possono fare, “con brani rapsodici” che cercano di miscelare nel giusto modo musica e testo.
Ma andiamo con ordine. Il progetto L’officina dei giochi leggeri nasce qualche anno fa, con un’altra formazione e anche un’altra idea.
“Avevamo influenze classiche, soprattutto per quanto riguardava il batterista, e cantavamo in inglese. La nuova formazione vede Luca al basso e Gianluca alla batteria che produce tantissimo e ha portato una nuova ritmica firmando un vero sodalizio artistico. Ora scriviamo i testi in italiano, perché pensiamo sia importante che ciò che vogliamo comunicare arrivi facilmente al nostro pubblico.”
Come mai avete scelto il nome l’Officina dei giochi leggeri che rischia di andare a sovrapporsi con quello della nota band milanese l‘Officina della Camomilla?
“In realtá, come abbiamo detto, il nome nasce nel 2008, quindi molto prima che l’Officina della Camomilla diventasse famosa nel panorama milanese. Quando la band ha scoperto che avevamo un nome simile al loro, ha pure scritto uno stato su Facebook abbastanza scocciato, come se gli avessimo rubato qualcosa. Ma il nome é solo un contenitore, dentro ci sono tante cose e sono quelle che per noi sono importanti e diversificano una band dall’altra. E poi, diciamocelo, non è che la parola Officina sia così originale, è come il nome Antichitá per i negozi di antiquariato!”
Avete provato ad usare Musicraiser per raccogliere fondi per registrare l’ep, come é stata l’esperienza?
“Preferirei non parlarne. Trovo che sia una puttana gigantesca. Il crowfounding può funzionare ed è utile per raccogliere soldi per le band indipendenti, ma il problema é che un sito come Musicraiser non serve a nulla se non hai una fan base solida. Non da visibilità! Quando abbiamo avviato la campagna ci hanno affidato ad un tutor che mi chiamava anche quattro volte al giorno chiedendomi se avevo spammato abbastanza. In realtá, vi dirò, le band potrebbero direttamente fare l’evento su Facebook e gestirselo da sé, non cambierebbe niente. Abbiamo capito che fare le cose da sè non é facile, il produttore serve ancora oggi.”
Parliamo del vostro ep che é uscito il 15 febbraio. L’avete auto prodotto e poi vi siete affidati alla Top Records per la distribuzione digitale e la promozione. Come mai avete scelto questa casa discografica che solitamente si occupa di fenomeni molto più pop?
“Abbiamo proposto il master a varie etichette: La Tempesta, Ghost records,… La Top Records ci è stata consigliata dal nostro batterista che con il suo gruppo precedente aveva fatto le selezioni per Sanremo giovani con questa etichetta. Ci hanno proposto di distribuire il digitale, senza chiederci soldi e con un contratto di 50 e 50 che ci é parso buono. In effetti, il nostro ep non andrebbe bene per il fisico, è appunto un master auto prodotto e quindi non della migliore qualitá. Abbiamo deciso di metterlo in commercio più che altro per farci notare. Ci piacerebbe un giorno lavorare con una major, non smetti mai di sperare che il mondo delle produzioni grosse capisca che si può fare qualcosa di diverso da Gigi d’Alessio e eventuali cloni.”
Se la formazione attuale è nata da poco e dell’ep non siete pienamente soddisfatti, perché avete deciso di pubblicarlo ugualmente?
“Avevamo voglia di registrare subito perchè, secondo me, non è una cosa sana quella di aspettare e trattenersi, è fondamentale registrare e far girare i brani per poi raccogliere dei feedback e sentire cosa fai bene e cosa fai male. Siamo riusciti a registrare gratuitamente passando per tre studi diversi e un nostro amico, Nicolò Rinaldi, si è occupato del mixaggio.”
La copertina di “Rapsodia” ci piace parecchio, è graficamente molto riuscita, da dov’è nata l’idea?
“Tutto la produzione dell’ep é stata random. L’artista filtra quello che gli arriva ed è bello che ci siano tanti stimoli casuali e il mondo è pieno di personaggi particolari che, se li lasci fare, entrano nella tua vita. Un giorno, per caso, ci siamo ritrovati a casa della pittrice Daniela Grifoni e ci siamo innamorati delle sue opere. Lei ci ha dato il permesso di usarne una per la copertina dell’ep. La Top Records ci ha suggerito di mettere le nostre facce in copertina e così è nata questa cosa di noi tre con il quadro spalmato addosso.“
Le tracce dell’ep sono cinque più una bonus track. Ci dite qualcosa su ogni una?
“Al di la di Google nasce parlando con Morgan che si trovava a Novara, la nostra città, perchè stava facendo uno spettacolo al Teatro Coccia. Vestito in frak ci chiede informazioni per raggiungere un indirizzo e così lo accompagniamo. Lui è proprio un personaggio, come lo vedi in tv. Chiacchierando non ricordo di preciso a proposito di cosa, lui disse: “Al di la di Google: ricordatelo che questo é un titolo della madonna”. M-Orale Morla è il primo singolo che abbiamo registrato, Il Piano superiore è quello che ci piace di più, soprattutto a livello di testo. Rapsodia determina il passaggio dalla formazione vecchia alla nuova, perché l’ho composto prima che arrivassimo alla formazione attuale ma poi l’abbiamo rivisto insieme. Notte…non mi piace molto! Quando un testo funziona io me ne dimentico e diventa un tutt’uno con la musica, del testo di Notte però non sono soddisfatto e così la canzone non funziona. Infine I especially care about a tart, di cui c’è anche il videoclip diretto da Stefano Canzio, è uno dei pezzi più vecchi e quindi è ancora in inglese.”
Ora, facciamo il punto della situazione: ci sembra abbiate ancora le idee un pò confuse ma un buon potenziale e soprattutto molta determinazione. Come intendete proseguire questa carriera?
“Dunque, l’ep che abbiamo registrato è molto narrativo, molto rapsodico. È stato chiaramente composto in un periodo di transizione, ammesso che poi esista una forma standard, una linea fissa per una band. Noi non abbiamo ancora trovato uno spazio per fermarci. Le cose più interessanti non le abbiamo ancora incise, stiamo continuando a comporre molto e la band è sempre più unita.”
L’Officina dei giochi leggeri suonerà dal vivo il 16 marzo allo Spazio Concept per il primo Indi Spotted Party. Un evento unico, goliardico, epico, dirompente, un metodico manuale di svacco nato quasi per scherzo dalla voglia di combattere la Milano poser dei cocktail a 10 euro e della gente presa ammale. L’immenso riscontro ricevuto dalla proposta di Francesco e Dario (Younger and better) su Facebook, porta la collaborazione di Deer Waves e, come sponsor, Condomix che distribuirà preservativi gratis durante la serata.
LOSTRONZO DJSET (Nicolò Rinaldi)
Younger And Better
L’Officina Dei Giochi Leggeri
Deer Waves DJset
Chiaro che rispondono così, basti guardare il risultato ottenuto su Musicraiser da questi ragazzi, ZERO: http://www.musicraiser.com/projects/172
Ma sopratttutto basti guardare il risultato raggiunto dalla maggior parte degli artisti che hanno proposto un progetto su Musicraiser, oltre l'obiettivo richiesto.
Finalmente una piattaforma meritocratica!