C’erano una volta i cattivi. Come Zeus sopravvisse al padre Crono, gli ZEUS! sono sopravvissuti all’indie rocket e all’hipsterismo dirompente della nostra scena olimpica. E scusate se è poco.
Il batterista Paolo Mongardi (Fuzz Orchestra, Ronin, FulKanelli) percuote il nostro cervello mentre il bassista Luca Cavina (Calibro 35, Craxi, Incident on South Street) strimpella le meningi degli adepti al culto. Fin troppo scontata la metafora religiosa per i fedeli in trans qui al Leoncavallo?
E il tizio di fianco a me si dissocia: che è, suonano con una base preregistrata sotto? Prendessero un chitarrista! E già che ci siamo pur un cantante, che va bene sollazzarci urlandoci addosso ma scream e growl sono un dono che Babbo Natale non porta a tutti. Evidentemente un altro che suonasse a petto nudo, ricoperto di barba, non c’era nè a Milano nè a Bologna, terra d’origine della band. Forse neanche un altro con la stessa audace tecnica strumentale di questi due: il batterista suona senza cuffie, per dio, ne abbiamo le prove!
Gli ZEUS! escono oggi, 14 febbraio, con il nuovo album “Opera”: un San Valentino di sangue, sudore e fango. Vi consigliamo di ascoltarlo la mattina mentre andate a lezione, giusto per ricordarvi che c’è ancora chi al buon gusto ha preferito la passione.
Comunque, qui al Leoncavallo, ancora nevica.
Bella recensione 🙂
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