Baustelle, Fantasma

Un omaggio al cinema horror italiano, un inchino alla musica classica, un tributo alla cultura letteraria.
“Fantasma” è il sesto album in studio dei Baustelle. Un’opera certamente ambiziosa, composta da diciannove tracce, che si presenta come un lungo concept album estremamente citazionista. I sottili fili colorati che i Baustelle hanno intrecciato per tessere questa nuova opera appartengono praticamente a tutte le arti. Hanno saccheggiato cinema, musica classica e letteratura.
La copertina dell’album raffigura una bambina sdraiata a terra con i capelli rossi sparsi, alla Klimt. Vestita di un immaginario contemporaneamente gotico e thriller, ricorda la piccola attrice Nicoletta Elmi presente in alcuni dei film di Dario Argento. La struttura dell’album ricorda quella di un film hollywoodiano,  scandita dagli strumentali Fantasma (titoli di testa), Fantasma (intervallo) e Fantasma (titoli di coda). L’ouverture, cantata da una bimba in una lingua inesistente, utilizza organo e wind chimes che riportano alla mente la musica del film “L’uccello dalle Piume di Cristallo“.
Le musiche si ispirano agli stili di compositori molto diversi: Morricone, Gustav Mahler, Piero Piccioni, Stravinskij. I Baustelle hanno composto “Fantasma” assieme all’orchestra sinfonica Film Harmony di Breslavia che ricopre un ruolo fondamentale nel definire il sound dell’album; si pensi soprattutto all’intermezzo barocco di Diorama, alla traccia Primo principio di estinzione o alle altre tracce strumentali dell’album. E’ possibile intuire anche la mano di Enrico Gabrielli (fondatore dei Calibro 35) che ha curato gli arrangiamenti: ascoltate come Cristina sia, in effetti, in bilico tra colonna sonoro di film horror e poliziesco.
Il filo conduttore del concept album è il tempo che scorre, popolato di fantasmi del presente e del futuro, e evocato attraverso infinite suggestioni, da “Antologia di Spoon River” a “Canto di Natale”. La Vita viene rappresentata nella semplicità del suo susseguirsi di eventi, gioiosi e dolorosi tra i quali trova spazio anche la Morte -poichè “Senza morte non c’è vita”(Contà L’Inverni)- . Proprio il primo singolo estratto dall’album La morte (non esiste più) è una ballata programmatica delle tematiche dell’album: “Certi inverni freddi/ Certi guai/ Mi fan paura/ Prego per restare ancora qui/ M’illudo ancora/ Poi improvvisamente arrivi tu/ Sorridi e penso che non ho più timore/ Lascio correre il dolore e non c’è più/ E niente muore”. Si tratta di una marcetta, stile partigiani, sorretta da un ricco substrato d’archi, il cui video ricorda Fifteen Feet Of Pure White Snow di Nick Cave & The Bad Seeds.

Grande importanza, come sempre nella produzione dei Baustelle, viene data ai testi. L’album, questa volta, si tramuta in specchio riflessivo e autoreferenziale che rappresenta la maturità della band dopo i temi sulla gioventù. Le voci di Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi fluttuano nelle orecchie dell’ascoltatore come i lunghi discorsi di Anna Karina in un film di Godard. Ci sono frasi le cui parole non sono disposte in ordine cronologico come sequenze di espressione, ma convivono nel tempo con simultanee interazioni; ci sono riferimenti a Baudelaire (la corrispondenza ad esempio tra i versi di Diorama e quelli di Baudelaire “[…] diorami la cui magia enorme e immortale sa impormi un’utile illusione”), a Edgard Allan Poe (“Gli spettri abitano dimore gotiche”), a Leopardi (“Come la ginestra nata sulla pietra lavica. Mi vedo lottare.”); si parla di religione (“Non credo alla bibbia/ mi chiedo perché/ dovrei consultarla/ offende gli dei”), di attualità(“Quindi lascia perdere i dibattiti/ la rete, i palinsesti/ per un giorno non studiare/ non chattare, ma piuttosto/ stringi forte chi ti ama” o “Via la libertà/ che nominiamo invano/ via la società/ perchè a guidarla è l’uomo”) e di amore come in Contà l’inverni, dove i Baustelle cantano l’amore in romanesco ispirandosi ad una vecchia canzone di Edoardo de Angelis Lella.
Afferma Francesco Bianconi alla Feltrinelli di Milano: “I nostri testi hanno di certo bisogno di una maggiore attenzione rispetto a un altro tipo di musica leggera, il pubblico deve fare un lavoro interpretativo che può essere affascinante. Ricordo che da bambino rimasi colpito da “La voce del padrone” di Battiato, un disco che mi mise in crisi, ma nello stesso tempo mi illuminò e mi catturò”. Il lavoro che i Baustelle -questi intellettualoidi che o ami o disprezzi- chiedono al proprio pubblico è da sempre insidioso ma la ricerca è ricca di colpi di scena. E, fatalità, il nuovo video della canzone di Battiato Testamento, rappresenta proprio una bambina dai capelli rossi apparentemente morta.

 

“Fantasma” is the sixth studio album by tuscan band Baustelle, released on January 29. “Fantasma” is a concept album dedicated to the theme of life, death and time. There are a lot of connection with the art of film, classic music and litterature.

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