A febbraio è uscito il vostro album “Alpha”, un lavoro oscuro per certi versi che non si assimila al primo ascolto. Quale percorso vi ha portato a realizzarlo?Siamo felici che il disco non sia facilmente assimilabile al primo ascolto, per noi è un bel complimento. Siamo convinti che nei confronti della musica, e non solo, si tenda ad avere un approccio molto superficiale e frettoloso. Questo è un peccato perché non ci si prende il tempo necessario per metabolizzare un concetto o assaporare a fondo un’emozione, perdendosi gran parte del piacere.
Spesso ciò che piace a primo acchito è ciò che il nostro orecchio si aspetta, ciò che è scontato. Purtroppo, però, le cose scontate sono anche quelle che stufano prima, no? Ora, non sappiamo se il nostro album stufi presto o meno, probabilmente a qualcuno si e ad altri no, però siamo felici che per assimilarlo l’ascoltatore debba dedicargli il giusto tempo, era uno dei nostri obiettivi. Se ci pensate fino a qualche tempo fa ci si comprava i vinili e uno quando si comprava il vinile lo ascoltava per forza, più e più volte, perché ormai i soldi li aveva spesi e non aveva altri mezzi per ascoltare musica. Oggi avendo a disposizione di tutto a distanza di un click si tende a cercare la cosa facile, immediata, superficiale. Rimane tutto in superficie.
Il percosso che c’ha portati a realizzare l’album deriva proprio da questo tipo di riflessioni e quindi dalla loro trasposizione in musica e testi. Negli ultimi due anni abbiamo scritto molti pezzi ed alcuni di questi, quelli che a nostro parere meglio andavano a definire le atmosfere malinconiche e cupe che volevamo ricreare in “Alpha”, sono entrati nel disco, mentre alcuni degli altri brani vedranno la luce molto presto.
Sentiamo beat alla Depeche Mode e dilatazioni alla Radiohead ma, ancora di più, un mood che semba voler rappresentare il nostro disagio esistenziale. Come scrivete le vostre tracce? Voi siete di Feltre, vero? Quanto ha influito la cultura di una città di montagna sul vostro modo di vivere e esprimervi?La scrittura delle canzoni nasce dalla parte strumentale elettronica di cui si occupa Lorenzo che scrive le basi dei pezzi e le porta al resto della band. A questo punto Mattia generalmente scrive i testi e la melodia vocale, Federico inserisce le parti di chitarra e Matteo aiuta nell’ottimizzazione e pulizia sonora. Infine si rielabora assieme il tutto. Dal punto di vista musicale sicuramente l’ascolto di gruppi come Radiohead e Depeche Mode (ma anche Massive Attack, Knife e molti altri) influisce alla grande. Teniamo questi gruppi sempre presenti nella mente, come una bussola. Feltre è una bella cittadina e la provincia di Belluno ci piace. Sicuramente non sono zone piene di vita o di attività culturali però si è immersi in paesaggi magnifici e si ha tutto il tempo per pensare e vivere in tranquillità. L’altro lato della medaglia è probabilmente che quassù essendo un po’ distanti da tutto e tutti non è facile entrare in contatto con persone, circuiti e realtà culturali molto più vive in altri luoghi.
Già dalla copertina intuiamo che il tema principale sia lobotomizzazione della nuova generazione, l’asservimento alla tecnologia. Come mai avete approfondito queste riflessioni?Esatto. Abbiamo approfondito queste riflessioni perché a nostro modo di vedere questi sono problemi molto evidenti e gravi oggi. Ci è venuto spontaneo parlarne. In particolare ci pare che le persone siano troppo facilmente condizionabili l’un l’altra, viene a mancare lo spirito critico. Ciò è causato sicuramente da un mal utilizzo di internet e dei social network (ed è su di essi secondo noi che tutto ciò si palesa con maggior evidenza) che, a prescindere da tutto, sarebbero degli strumenti incredibili, dalle enormi e positivissime capacità.
Il problema sta nel fatto che molti non si fermano a ragionare e ad approfondire alcunché, prendono le informazioni per buone, così come sono, e subito le riportano (senza nemmeno andare a vedere quale sia la fonte di tale informazione o spesso nemmeno il contenuto effettivo al di la del “titolone”) e subito ci costruiscono sopra un’ opinione, qualunque sia l’argomento, anche quello a loro più sconosciuto. Che valore può avere, a questo punto, tale opinione? Pressoché nullo. Sarebbe bene quindi fermarsi un secondo, approfondire gli argomenti che ci interessano e su cui vogliamo costruire un pensiero, leggere, ascoltare, sviluppare un po’ di sano senso critico e pensiero logico deduttivo. E’ un po’ lo stesso discorso che facevamo prima riguardo all’assimilazione immediata della musica: è necessario dedicare il giusto tempo alle cose, la realtà è piena di contenuti complessi, non si può ottenere tutto con il minimo sforzo. Anche perché poi con i social tutti possono dire la loro e tutti possono postare e ripostare informazioni e contenuti che, non approfonditi e ragionati a dovere, vanno a condizionare le altre persone in una sottospecie di assurdo circolo vizioso (la copertina del nostro album) e si viene a creare un casino.
Lasciando da parte per un momento “Alpha”, quali artisti secondo voi meglio rappresentanto gli anni in cui stiamo vivendo? Beh, purtroppo chi meglio rappresenta gli anni che stiamo vivendo, secondo noi, sono per l’appunto gli artisti che producono le cose con lo stampino calzante a pennello con ciò che richiede il grande pubblico, quindi chi fa ciò che è immediato, spensierato e ultra accessibile. E sono bravi a farlo eh, questo è certo. Insomma sono la maggior parte degli artisti che si sentono per le grosse radio, chi del resto attira il pubblico di massa. Quelli che vorremmo rappresentassero i nostri anni, o che comunque riescono bene a descriverli, sono altri. In musica i grandi artisti dei giorni nostri sono appunto i Radiohead, i Knife, i Massive Attack, i Portishead, i Sigur Ros, i National ma anche Jon Hopkins, i Moderat, Burial e tanti tanti altri. L’elenco sarebbe davvero lunghissimo perché per fortuna con internet è molto semplice divulgare la propria arte e così è molto più semplice per l’artista esistere e per l’ascoltatore (che si prende la briga di farlo davvero) ascoltare cose diverse di enorme valore. Oggi è veramente pieno il mondo di cose eccezionali. Un filosofo invece che, tra altri, sicuramente vorremmo rappresentasse questi anni (ma così ancora non è, speriamo per il futuro) dato che i suoi insegnamenti, troppo poco divulgati, farebbero molto bene a tutti, è
Bertrand Russell, a cui abbiamo dedicato una canzone. Nel cinema adoriamo i mondi onirici di Lynch, l’estremismo anti-taboo di Lars von Trier (la rappresentazione e descrizione che fa dei rapporti umani nelle piccole società in “Dogvill
e” è, purtroppo, eccezionale) ma anche le animazioni sognanti di Miyazaki e le pellicole di molti altri.
Infine un libro che teniamo a consigliare e che molto ha ispirato i testi di Alpha, in particolare “In limbo” e “To the end of the night”: il “Viaggio al termine della notte” di Louis-Ferdinand Céline.
“Parallel Universes” aveva anticipato l’album e ora esce il nuovo singolo “Bertrand Russell”. Come avete scelto questi due singoli tra le dodici tracce?“Parallel Universes” è stato scelto a tavolino, è un pezzo che crediamo sia riuscito molto bene e pensiamo rappresenti chiaramente il sound e le atmosfere di “Alpha”. Sappiamo che non sia il più immediato tra i dodici, ma come detto sopra, non ci interessa molto. “Bertrand Russell” invece è un video che avevamo già da qualche tempo ed ha una storia leggermente diversa: il regista Fabrizio Toigo è venuto da noi con l’idea dell’uomo che pian piano viene avvolto dalle ragnatele (metafora del subdolo ingabbiamento dell’uomo e del senso critico causato dal condizionamento del pensiero di massa) cercando un pezzo adeguato a questo suo “mini cortometraggio”. Noi avevamo giusto giusto appena finito di scrivere “Bertrand Russell” e così il video venne realizzato. Tra non molto, in ogni caso, ne uscirà un terzo.
I video di entrambi i singoli mostrano l’attenzione al dettaglio attraverso l’utilizzo della tecnica di close up. Sappiamo che siete appassionati di cinema: sono riferimenti a particolari registi?Per la verità nei video abbiamo lasciato carta bianca a Fabrizio Toigo che, approfondite le tematiche dei brani e del disco, ha sviluppato le nostre e le sue idee con queste due produzioni. Ad ogni modo i riferimenti che abbiamo condiviso insieme sono sicuramente riconducibili a certe atmosfere di David Lynch, che come già come detto è uno dei nostri registi preferiti, atmosfere che hanno contribuito anche alla realizzazione delle sonorità dell’album (assieme ovviamente alle meravigliose musiche di Angelo Badalamenti, parti integranti delle atmosfere Lynchiane stesse).
Dove vi vedremo live?Ora come ora abbiamo in programma quattro date:
15 Aprile al Covo di Bologna con i Protomartyr
23 Aprile al Cso Django di Treviso con Godblesscomputers e Ropsten
30 Luglio allo Chalet Rock Pub di Lecco.
Stiamo comunque programmando altre date in periodo primavera-estate, speriamo di annunciarne presto qualcuna di nuova, tenetevi aggiornati.