Abbiamo intervistato Giulio Bonazzi, in arte Ohio Kid, songwriter bolognese di stanza in Lussemburgo. Il suo primo album è uscito quattro anni fa per il Collettivo HMCF, il suo nuovo album uscirà autoprodotto il 21 novembre 2016.
Sei originario di Bologna ma questa non è più la tua città da qualche anno. Dove vivi ora?
Ciao! Sì, sono nato e cresciuto a Bologna, ma intorno al 2011 mi sono trasferito fuori. Vivo in Lussemburgo ora, un posto che è bellissimo se ti piacciono le banche e la pioggia.
Cosa fai a Lussemburgo, ti dedichi completamente alla musica?
Magari! No, purtroppo lavoro. Non so neanche se riuscirei a dedicarmi costantemente alla musica. L’ispirazione necessita di stimoli, che spesso si trovano solo vivendo la quotidianità. Anche se ne avessi la possibilità non sarei capace di spendere le mie giornate suonando la chitarra e nient’altro.
L’abbiamo sempre immaginata come una terra di castelli fiabeschi ma nel tuo sound percepiamo invece una malinconia di fondo. Come influisce sulle tue produzioni il posto in cui abiti?
Diciamo che il disco non ha molto a che fare con il posto in cui vivo. Più con lo spazio mentale in cui mi trovo. Ha a che fare con persone e situazioni. La collocazione geografica è pressoché irrilevante.
Che musica ascolti?Vado a periodi. Mi piace la musica cinematografica, che ascoltandola sembra dipinga paesaggi. Ultimamente sono molto preso da Rival Consoles. Ho due o tre punti di riferimento (Bon Iver, Leslie Feist), ma in generale spazio molto. Cerco di essere più eclettico possibile negli ascolti, senza limitarmi a un genere.
Hai detto che molte delle tue storie raccontano persone che osservi sull’autobus, facci un esempio.
Miss Winter, un pezzo del disco vecchio, è una barista. Ci ho costruito sopra una storia. La
storia degli autobus è vera nel senso che mi piace osservare le persone attorno e provare a immaginare un loro passato e un loro futuro. Chi sono? Da dove vengono? Dove vanno? E’ un bell’esercizio di immaginazione.
E’ facile esibirsi live lì? In quali Paesi hai suonato fino ad ora?
La mia attività live è inesistente. Non tanto per mancanza di volontà, o richieste. Solo non ho avuto tantissimo tempo per dedicarmici. Qui però sono stato piacevolmente sorpreso dall’offerta musicale. Tantissimi artisti passano di qui, e i musicisti locali sono di una qualità che mi ha lasciato a bocca aperta. Se volete un paio di consigli, provate Napoleon Gold e i Mutiny on the Bounty. Spettacolari.Vai spesso a vedere concerti? O quali hobby hai?
Cerco di andare a più concerti possibili, generalmente provo a infilare anche qualche festival (uno o due l’anno). A parte quello, io e qualche altro disperato, stiamo mettendo a punto un’etichetta indipendente. Non posso dire altro, ma spero sentirete parlare di noi molto presto.
Segui la scena musicale indie italiana? Se sì, cosa ti piace?
Seguo abbastanza, ma purtroppo non come quando vivevo in Italia. C’è una band italiana che mi sta facendo letteralmente impazzire: His Clancyness. Sono un grande fan delle atmosfere cupe che creano, del loro suono vintage e postindustriale. Sono uno spaccato perfetto del mondo in cui viviamo.
È uscito il tuo nuovo album “Everyone was Sleeping as if the Universe were a Mistake”, ora è il momento del tour?
Può darsi (non fatemi dire altro).
Cosa ha significato per te autoprodurre il disco?
Libertà assoluta. Sia nei tempi di composizione, sia nei tempi di produzione. Generalmente arrivo in studio con tracce chitarra-voce. Che è un po’ come avere una tela bianca con uno scarabocchio sopra. La scelta degli strumenti, i suoni, creare l’atmosfera, gli arrangiamenti, sono tutte cose che fanno parte del processo compositivo. Non potrei mai entrare in studio con la pressione di dover fare qualcosa che piaccia. Deve essere una cosa naturale.
Quanto è importante avere persone intorno a te che ti sappiano consigliare e quanto invece seguire il proprio istinto?
Ohio Kid è una questione abbastanza solitaria. Due persone hanno ascoltato i pezzi prima delle registrazioni: io e Edwin, il ragazzo con cui ho registrato. Non ci sono influenze esterne, non ci sono consigli, non ci sono io che decido di cambiare qualcosa perchè mi è stato consigliato.
Questo disco è tutto istinto.
Ps: voterai al referendum?
Voterò al referendum.
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