Abbiamo intervistato Michele Maraglino, cantautore e fondatore de La Fame Dischi, ma soprattutto vero attivista in campo musicale con i suoi consigli su come fare della musica una professione. Forse vi siete già imbattuti sulla sua pagina Facebook o avete letto il suo libro “Il segreto per vivere di musica”, in questa intervista cerchiamo di trovare i punti focali del suo ragionamento e condividerli con voi.
Buongiorno Michele, la tua pagina Facebook è diventata ormai un punto di riferimento per la musica indipendente, come è nato tutto?
Non lo so se è davvero un punto di riferimento. Io semplicemente do la mia visione delle cose che ho maturato nel corso della mia esperienza. E’ semplicemente la mia esperienza. Io sono un cantautore che mentre cercava di emergere ha scoperto di voler abbracciare il “lavoro della musica” a 360 gradi. Posso quindi davvero raccontare tante esperienze da diversi punti di vista. Inizialmente volevo farlo con un corso in aula ma il progetto non ha preso mai piede. Allora l’idea di un Video Corso che era più semplice da organizzare. Un Video Corso in Sopravvivenza Musicale. E’ partito tutto da lì. Quando ho visto che c’era una grossa risposta al corso ho deciso di fare anche dei video gratuiti sulla mia pagina Facebook con consigli su come fare ad emergere nella musica.
Tra i post che hai pubblicato ci sono “QUATTRO CONSIGLI PER TROVARE LE DATE DA SOLI”, “CONSIGLI PER IDEE ORIGINALI PER PROMUOVERE IL VOSTRO ALBUM”, “COSA FARE QUANDO ABBIAMO TROVATO UN’ETICHETTA”: da dove nasce la voglia di condividere questi consigli?
Come dicevo prima ho visto che c’era grande interesse intorno a questi argomenti, appena lanciato il video corso, e soprattutto mi sono reso conto che c’era una grande confusione fra le band su questi temi. Allora ho provato a dare qualche consiglio partendo dai miei risultati e sono sempre contento quando qualcuno mi scrive che gli sono stato utile.
Nasci come cantautore, prima che come label manager de La Fame Dischi, cosa hai visto nella tua carriera di artista?
Sì l’idea di una label è nata mentre cercavo di emergere come cantautore. All’epoca avevo fatto uscire un EP di 3 canzoni e all’inizio come tutti mi promuovevo da solo. Sono stati proprio i risultati ottenuti con la promozione che hanno fatto avvicinare alcuni miei amici musicisti che mi hanno chiesto una mano con le loro produzioni. Quando ho visto che riuscivo non solo a far parlare di me, ma anche di altri, l’idea di racchiudere tutto sotto una label è stata abbastanza naturale. Così è nata La Fame Dischi e ricordo che all’inizio io comunque cercavo un’etichetta più grossa per far uscire il mio primo disco ufficiale. Dopo un anno che lavoravo però alla Fame mi sono reso conto che l’etichetta era cresciuta davvero tanto e allora ho pensato “ma io un’etichetta grossa già ce l’ho”. È una cosa bellissima far uscire i miei dischi con l’etichetta in cui lavoro. Mi fa sentire davvero libero e indipendente a tutti gli effetti. Dal primo disco in poi la mia carriera di artista è stata piena di soddisfazioni che per me valgono doppio.
Che contratti ti sono stati offerti?
Bè all’inizio cose poco interessanti. Poi è nata La Fame e ho continuato lì.
La fame è alla base del successo, ma la fame (unita al talento) può bastare?
Se per fame intendiamo voglia di farcela, determinazione, costanza e resistenza ai sacrifici direi proprio di sì. Se uniamo tutte queste cose al talento, di cos’altro abbiamo bisogno? Di soldi? Bé indubbiamente i soldi servono ma se non li abbiamo in un modo o nell’altro possiamo trovarli. E’ tutto il resto che non possiamo inventare. Ci vuole determinazione al limite dell’ossessione e talento.
Parliamo di SIAE e SOUNDREEF, la tua posizione è abbastanza chiara a favore del secondo, perché? Cosa può cambiare in Italia?
Guarda che è già cambiato tutto. Finalmente si parla di borderò elettronico, deposito del brano online, gratuità del servizio (anche se la SIAE è gratis solo fino a 30 anni), ecc.. E dobbiamo ringraziare Soundreef se SIAE finalmente si è svegliata e sta cercando di stare al passo coi tempi. Soundreef però per me è nettamente superiore a livello di tecnologie e semplicità d’utilizzo.
A proposito di uffici stampa: consigli agli artisti alcuni metodi fai da te nel tuo corso di “Autopromozione”, dal prepararsi una cartella stampa e contattare siti, ma un cantante può davvero sostituirsi ad un comunicatore di professione?
Quello non è solo un corso in Autopromozione, diciamo che è anche un corso su come gestire il proprio progetto artistico all’inizio in modo da essere percepiti meglio dagli addetti ai lavori. Sarebbe bello vivere nel mondo delle favole dove un artista si preoccupa solo della propria musica. Non è più così da tantissimo tempo. Se vuoi avere una chance nel 2017 ed essere preso in considerazione dalle grandi agenzie, devi essere anche in grado di creare inizialmente un tuo piccolo seguito da solo. Poi, è ovvio, per fare il salto ci voglio i professionisti ma per arrivare a loro devi farti notare così.
Discorso simile per la promo radio. Abbiamo visto che promuovi VITTEK TAPE, ma come questo esistono mille “pacchetti” che passano la tua musica in alcune radio a fronte di un pagamento. Hai esperienze di risultati utilizzando questo metodo?
Sì ci sono mille modi per promuoversi. Ti puoi affidare completamente ad un Ufficio Stampa e allora paghi e pensa a tutto lui. Oppure se all’inizio non puoi permetterti un Ufficio Stampa professionale puoi promuoverti da solo e integrare il tuo lavoro con dei pacchetti più leggeri anche a livello di prezzo che possono aiutarti ad arrivare nelle radio e dove non riesci ad arrivare da solo. Ci sono diverse agenzie che propongono cose simili e sicuramente soluzioni come queste funzionano meglio se integriamo bene anche con la nostra attività di autopromozione. Occorre sempre rilanciare ogni passaggio e pubblicazione sui social per far vedere che ci siamo e che la nostra musica ha dei feedback interessanti.
Il successo della musica deve partire dal basso, una volta lo misuravi sul numero di persone che veniva ai tuoi concerti, ora sul numero di like su Facebook. Come sfruttare al meglio i social?
Occorre conoscere bene il funzionamento dei social per poterli sfruttare al meglio. Soprattutto quando si decide di investire dei soldi nelle sponsorizzazioni dei contenuti. E poi bisogna essere presenti. Fare post tutti i giorni e cercare di essere creativi è fondamentale.
Possono essere un’arma a doppio taglio?
Bè sì a volte vanno avanti progetti più bravi sui social che a suonare. E’ il rovescio della medaglia.
Però questo dimostra anche che funzionano. Se fai musica di qualità non puoi ignorare i social secondo me.
Nel tuo libro “Il segreto per vivere di musica” spieghi che guadagnare con la musica non è per forza legato al successo mediatico. Quanto è importante per un artista essere informato su tutto quello che lo circonda?
Spesso si confonde il lavoro del musicista con la fama o il successo, ma se tu vuoi fare davvero il musicista nella vita lo puoi fare anche senza diventare famoso. Non ti serve la fama, ti serve un pubblico. Ovvio più grande è questo pubblico meglio è, ma ti assicuro che anche con un modesto seguito si vive bene. Il pubblico è la cosa più importante. Là fuori è pieno di gruppi che non hanno pubblico. Loro magari pensano che non potranno vivere di musica perché non sono famosi, ma la verità è che non vivranno mai di musica perché non hanno pubblico. Altro errore è pensare che non si ha un pubblico perché non si è famosi. Sbagliato. Puoi costruire il tuo pubblico lavorando sodo ogni sacrosanto giorno. Facendoti conoscere sul web, sui social e dal vivo. Il successo non può essere il tuo obiettivo. Il tuo obiettivo deve essere il tuo pubblico. E’ questo che intendo quando dico che il vivere di musica non è per forza legato al successo mediatico.
Ma il compito di un artista è davvero quello di informarsi? O forse è più importante trovare un buon manager? O magari un’etichetta di larghe vedute come La Fame Dischi 😉
Se vuoi trovare un’etichetta migliore devi essere un artista migliore. Più conosci l’ambiente in cui operi e più possibilità puoi avere.
Per continuare a dialogare con Michele, iscrivetevi su Facebook al gruppo “Il Segreto per Vivere di Musica”, il gruppo dei musicisti consapevoli, dove potrete fare qualsiasi domanda riguardante questi argomenti e troverete più di 600 iscritti pronti ad aiutarsi a vicenda nel complicato percorso della musica.
Non è bellissimo tutto ciò?