Sembrano una rock band, invece sono ai vertici di una grande azienda. Sono passati quarant’anni da “Hey Ho! Let’s Go” dei Ramones, ma la lezione culturale impartita continua ad essere attuale per il manager-Rock and Roll Bassel Bakdounes, titolare di Velvet Media, società leader in Italia nel marketing e nella comunicazione aziendale che in meno di tre anni è riuscita ad assumere oltre cento persone. Incuriosite, lo abbiamo intervistato al suo ritorno da Dubai, dove ha appena aperto la terza filiale all’estero.
Da giovane musicista a amministratore delegato. Quanto è stata lunga la gavetta?
Ho iniziato la mia carriera lavorando per alcune multinazionali, sempre nel settore marketing. Poi sono passato all’abbigliamento e in mezzo ho curato molti progetti da event manager. Mi è capitato persino di suonare in una band, i Videogirl, esperienza indimenticabile. Ma la gavetta non è ancora finita. Siamo lontanissimi da quelli che sono i nostri obiettivi e c’è ancora tanto da sgobbare. Attorno alla galassia Velvet sono nate alcune società parallele, che hanno sviluppato specializzazioni dal marketing sportivo all’hospitality negli eventi di moto e auto; ma anche nella gestione delle reti wifi e degli influencer sui social, senza dimenticare i servizi dedicati agli hotel. Negli ultimi due anni in Italia sono state aperte tre filiali: a Venezia, presso il Palazzo Regina Vittoria a due passi da Piazza San Marco, a Jesolo, in via Aquileia e in Trentino Alto Adige a Levico Terme.
Ci racconti cosa fa la sua azienda.
Marketing management, web marketing e new media: sono questi gli ambiti di eccellenza di Velvet Media, agenzia di comunicazione di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso. Nata come casa editrice nel 2013, specializzatasi prima in couponing e poi come editore del sito internet Storie di Eccellenza e del magazine Genius, oggi gestisce il marketing in outsourcing di oltre mille aziende del Nord Italia grazie ad un organico di circa 130 persone in continua espansione. Il core business è la gestione della comunicazione aziendale a tutti i livelli: dal grafico al video maker, dal fotografo al programmatore di siti, dall’esperto in event management al professionista della lead generation. Ma adesso ci stiamo impegnando all’estero: mentre parliamo sto tornando da Dubai, dove ho aperto la terza filiale dopo l’apertura delle agenzie sorelle negli Stati Uniti, a Denver, e in Thailandia a Bangkok: la creatività italiana è vincente all’estero anche grazie al supporto del “Worldwide partners global agency”, network mondiale composto da 60 società di 40 nazioni diverse del quale Velvet fa parte.
Ma chi fa i colloqui si accerta che le persone che lavoreranno nella vostra azienda amino la musica? In fondo lei dice che “devono essere veloci, ritmati, andare direttamente al cuore come fanno le band”.
Che amino la musica sì… purtroppo non sempre (quasi mai) amano quella che amo io ma… cerchiamo di essere indulgenti. Comunque il responsabile HR suonava la chitarra in una pop punk band quindi… direi che siamo in buone mani.
Essere accondiscendenti ok… Ma se un dipendente attacca con “Takagi & Ketra – Amore e Capoeira ft. Giusy Ferreri”… è licenziato? 😀
Sarebbe giusto farlo 😉
Il primo disco che ha comprato?
“For sale”, dei Beatles. Seguito a ruota da “Pet sounds” dei Beach Boys… che ancora ritengo essere due album imprescindibili nella libreria musicale di una persona.
Il primo concerto a cui è andato?
Penso fosse un concerto degli SPLASHERS un gruppo punk della zona… se non erro avevo 12 o 13 anni…
Il concerto di cui, invece, ci vuole parlare, perché le ha segnato la vita?
Non saprei citare un concerto che mi abbia segnato… sicuramente all’epoca i QUEERS erano la band che più mi piaceva e i loro concerti avevano un qualcosa di più. Forse il più bello di tutti peró furono gli STIFF LITTLE FINGERS alla Gabbia… c’erano mia sorella, la mia ragazza e il mio attuale socio, Eddy Bizzotto, che all’epoca era il proprietario del locale… era tutto così perfetto che al ritornello “be what you are!” di Nobody’s Hero mi vennero le lacrime.
Lei dice “Ci piace il mood rilassato, c’è chi viene in skateboard e chi si porta il cane, alle pareti sono appesi poster di band musicali e quasi tutti hanno le cuffiette alle orecchie. Nessuna regola sul vestiario, se non quella di esprimere la propria indole artistica”. Ma non ci sono clienti che pretendono una certa formalità?
Beh sì certo… e se vogliono possono trovarsi un’altra agenzia… Noi di Velvet siamo così: creativi e concentrati sul marketing, se qualcuno cerca lavoratori in giacca e cravatta, grigi, può bussare altrove
Qual è l’ultimo disco che ha ascoltato interamente?
Tutto dei Masked Intruder.
Però il loro ultimo album è uscito un bel po’ di tempo fa… E l’ultimo disco che ha amato?
Amato? Allora è vecchiotto… “A song for your boyfriend” degli italianissimi Stinking Polecats (2001 ndr).
Devo dire che condividiamo la passione per i Ramones, che danno carica sia alla mattina per andare in ufficio, sia quando hai pensato e parlato per una giornata intera e hai bisogno di risollevarti. E di musica italiana invece cos’altro ascolta?
Pochetta. Specie se parliamo di roba pop punk. Qualche band locale o roba di punk band italiane più datate, tra tutte voglio citare i Twinkles, band della mia zona, che con il loro punk 1977 hanno fatto pogare una intera generazione, anche nei loro numerosi tour all’estero. Però devo confessare che mi piace Cesare Cremonini
A livello di comunicazione, qual è un esempio nella comunicazione musicale che l’ha particolarmente colpito?
A livello di comunicazione devo inchinarmi di fronte allo strapotere delle major che a volte a livello di promozione fanno cose pazzesche… purtroppo, etichette indipendenti o band D.I.Y. anche usando tutta la creatività del mondo non possono reggere il confronto. Apprezzo però chi usa molto i canali social… forse quelli che hanno più ritorno con il minor investimento.
Concludiamo con le 5 cover di album che, un esperto di comunicazione, ritiene siano state “la genialata del secolo”: