I Bricklane ci raccontano l’EP “Dropped Cinema Popcorn”, titolo rubato alla ex ragazza di Eugenio, che salutiamo e a cui ricordiamo di farsi valere! Sedetevi comodi sulle vostre poltrone e schiacciate play.
Brick Lane sembra culturalmente molto distante dalla Genova dove siete cresciuti, confermate?
Assolutamente sì. Siamo vittime della globalizzazione musicale. Per fortuna.
E la Londra che avevate sognato da ragazzi corrisponde a quella che avete conosciuto suonandoci?
C’è una differenza sostanziale rispetto all’Italia, dove ai nostri livelli ti viene a sentir suonare una cerchia di amici (anche vasta, ma pur sempre amici e conoscenti): in Inghilterra anche i perfetti sconosciuti, dai 15 ai 90 anni, ti ascoltano con attenzione.
La vostra musica è fortemente influenzata dal britpop, pensiamo in questo caso soprattutto ai Kinks: cosa vi ha spinto ad inserirvi in questo filone?
Intanto grazie, you really got us. Passione comune per il britpop. Oasis, Blur, Jam, Smiths, Kinks, Beatles e chi più ne ha più ne metta!
Avete dato da poco alle stampe il vostro secondo ep “Dropped Cinema Popcorn”. Perché questo titolo e di conseguenza questa cover?
Il titolo dell’album nasce da un’idea di Martina, ex-ragazza del batterista Eugenio. Un’idea del quale egli si è appropriato senza scrupoli, il fellone! La cover è frutto della mente di Monica, la nostra grafica.
Cantate solo in inglese e nei vostri brani si respirano le sfumature di Londra negli anni ’60, in Like a Dandy c’è perfino la sirena della Polizia in sottofondo. Quali epoche musicali attraversa il vostro ep?
Dal pop degli anni ’60 fino all’indie degli anni ’90, passando per rock e persino – ci ha detto qualcuno – punk e grunge.
Il video di Inside Out ci immerge nel colorato mondo degli anni ’90: quante VHS avete distrutto per realizzarlo?
Solo due. Ma erano quelle di Ben Hur e Via Col Vento.
State suonando in giro per l’Italia, a quando Milano?
Speriamo di tornare presto a Milano. Ora ci concediamo una piccola pausa!