I Les Fleurs Des Maladives suonano insieme da sempre, almeno spiritualmente. “Io e Canitano dal 2007, il Macca è arrivato in ritardo come al solito, nel 2014” ci racconta il cantante Davide. Stanno per uscire con il nuovo album da pogo sotto palco e non vogliono credere a chi dice loro che il rock è morto, perché la musica si fa nelle sale prove e on stage, non nei talent show. In anteprima per noi la copertina del loro disco e la tracklist!
“De la plus profonde humilité / Je dédie / Ces fleurs maladives.” scriveva Baudelaire. Il vostro nome è omaggio o parodia de “I fiori del male”? Il nostro è un devoto ed appassionato omaggio. Molti però sono inspiegabilmente convinti che il nome faccia riferimento alla flora delle Maldive. Charles, perdonali.
Dal vostro primo album “Medioevo” avete scelto di cantare in italiano, cosa che assolutamente stimiamo. E’ più difficile fare del buon rock nella nostra lingua? Facciamo musica per comunicare con le persone che ci stanno intorno: perché mai dovremmo complicare le cose a tutti parlando una lingua diversa? Scrivere rock in italiano ci è sempre venuto del tutto naturale, non abbiamo mai dovuto pensarci troppo su.
Quali gruppi italiani della scena rock stimate? Oltre ai classici Ministri, FASK, Teatro degli Orrori, Marlene Kuntz: Luminal, Gambardellas, Giorgieness, Blak Vomit, Vintage Violence, Atarassia, Leeches, Skruigners.
Vediamo in anteprima la copertina e la tracklist del vostro nuovo album e, sorpresa, si intitola “Il Rock è morto”. Perché? È la frase che abbiamo sentito ripetere più spesso negli ultimi tre anni di tour, da chiunque: promoter, fonici, giornalisti, baristi, amici, parenti, vicini di casa. Vero è che il rock non gode di buona salute né di molta visibilità in questo momento. La nostra però è una provocazione bella e buona: ti diciamo che il rock è morto ridendo sotto ai baffi, poi ti ascolti il disco e dopo i primi 20 secondi pensi “che stronzi mi stavano prendendo per il culo!”.
Come è nato l’album? Durante il tour di “MEDIOEVO!” abbiamo incontrato tantissime persone con cui a fine serata nel backstage, al banchetto o mentre si carica il furgone si finiva irrimediabilmente a parlare di musica (e non solo) per ore. Tutto è nato da lì, partendo da quei discorsi sulla scena musicale, sull’attualità, su quello che ci accade attorno.
Nella titletrack nominate X Factor, cosa ne pensate dei talent? I talent non hanno nulla a che fare con il talento o con qualunque forma di espressione artistica, ma questo dovrebbe essere ormai chiaro a tutti. La musica non si fa in televisione ma nelle sale prova e sui palchi, ogni tanto anche nei dischi.
In “Attacchi di panico” parlate di mostri di cui non ci si può liberare. Quali sono i vostri fantasmi? Le corde che si spezzano, le pelli che si rompono, gli ampli che fondono, le chitarre che si ammaccano, i cavi che si aggrovigliano. Dal vivo. Sempre.
Senza anticipare troppo dell’album, diciamo che sicuramente per la carica che esprimete i live saranno fondamentali! Come sono i Les Fleurs Des Maladives sul palco? Selvaggi, furiosi, primitivi: scimmie spaziali.
Porterete le maschere da scimmioni anche in tour? Certo. Gli scimmioni sono i nostri alter ego, o meglio siamo noi ad essere i loro quando non stiamo sul palco.
TRACKLIST:
1) Rock’n’Roll
2) Homo Sapiens
3) La grande truffa dell’Indie-Rock
4) Attacchi di panico
5) Chernobyl
6) NABA design Blues
7) La canzone del condannato
8) Il Rock è morto
9) Le tre verità
10) La fine dello spettacolo