Continuano ad uscire album nel panorama indie italiano che affollano le nostre playlist su Spotify. Dopo Brunori Sas, Mannarino, Baustelle, Lo Stato Sociale, Gazzelle, Le Luci della centrale elettrica e molti altri belli e brutti, ecco giunto il momento di parlare di “Forse non è la felicità” dei Fast Animals and Slow Kids. Lo facciamo dopo il loro concerto all’Alcatraz di Milano di sabato, perché per fortuna insieme ai dischi arrivano anche tanti live da non perdere. La sala, quasi al completo, si è riempita di adrenalina con i FASK che in gran forma hanno diretto i cori e poghi immancabili, con il frontman Aimone Romizi che non riusciva a fare a meno di gettarsi tra il pubblico. Tra gli ospiti anche i Ministri e The Zen Circus (giusto per intonare “Andate tutti affanculo”), insomma una grande festa che forse è la felicità!
Avevamo paura che i FASK fossero maturati e non si divertissero più come una volta a vedere i loro fan distruggersi nel parterre, invece, siamo di fronte di nuovo ad un album e ad un nuovo tour in pieno stile rock. “Forse non è la felicità” è più intimista, con frasi indimenticabili che ti restano dentro: dalla prima traccia “Asteroide” “Guarda tutto intorno come sta cambiando, allacciati le scarpe che c’è da camminare, che tanto l’hai capito che il tempo è sempre uguale, gli amici come l’acqua, prosciugano col sole” all’ultima che è la title track “Forse non è la felicità ciò che voglio ma il percorso per raggiungerla, un alpinista che non vorrà quella vetta ma solo il rischio di cadere giù“. Queste tracce ti lacerano dall’interno da “Montana” a “Giorni di gloria” ma ti fanno anche saltare con “Fiumi di corpi” e “Ignoranza”.
Un disco che resta dentro nella sua semplice energia, da imparare a memoria e cantare fino a perdere al fiato.