Festival della Musica Indipendente di Andria: intervista doppia a THEGIORNALISTI e VITO BALLARINO

Il Festival della Musica Indipendente si terrà il 10 e l’11 luglio ad Andria e giunge quest’anno alla sua terza edizione. Per l’occasione abbiamo escogitato un’intervista doppia al direttore creativo del FMI Vito Ballarino e ad una delle band di punta che calcherà il palco THEGIORNALISTI, per avere il punto di vista sugli eventi musicali italiani di due soggetti opposti ma inevitabilmente uniti.

 

Quanto sono importanti i Festival nel mercato musicale di oggi?

 

VITO: Parto dal presupposto che oggi ci troviamo nel mezzo di un momento storico in cui la musica live, in Italia, vive un periodo di grossa crisi. Sappiamo bene che produrre materialmente musica ed eventi musicali significa affrontare costi importanti soprattutto per le realtà indipendenti. A questo si somma l’errata educazione, a mio parere, di poter godere gratuitamente di importanti live. Con questo non voglio affatto fare un discorso classista o esclusivo bensì credo che la musica con il suo indotto, sia da considerare come un comparto produttivo e lavorativo a tutti gli effetti fatto di lavoratori ed operatori che svolgono e assolvono a compiti professionali di grande responsabilità. Una responsabilità a doppio livello: non soltanto c’è materia produttiva costruita attorno al dato economico ma c’è anche l’aspetto culturale, di crescita umana e sociale. I festival, in tutta Europa, rappresentano occasioni di sviluppo economico, culturale, produttivo e lavorativo. Quando penso al mercato musicale immagino questo: un grande apparato fatto di tanti lavoratori che sentono il bisogno di far parte di un sistema  musicale che non può essere affatto improvvisato e sottovalutato. Lascio da parte la facile retorica (ma giusta) sul fatto di essere nel paese dell’arte e della creatività per eccellenza. I festival sono l’anello di congiunzione fondamentale fra band, operatori, etichette discografiche, lavoratori, enti e tessuto economico per programmare sviluppo attorno alla musica.

THEGIORNALISTI: Domanda a cui non so dare una risposta precisa in quanto è il primo anno che facciamo un tour estivo. Il nostro carattere giocherellone e sociale ci dovrebbe far prendere in allegria questa nuova esperienza: stare insieme a colleghi e condividere il palco e il dopo palco con amici di tante altre band. A livello economico non saprei cosa dire, a livello di visibilità invece fa tanto. Se sei presente nella line up di tutti i festival in 3 mesi allora il tuo nome gira e si ingrossa la popolarità, mi sembra chiaro. E tutta la macchina musicale gira meglio.

E quanto, secondo la tua esperienza, vengono sostenuti dallo Stato?

VITO:Io credo sia fondamentale domandarsi come vengono sostenuti dallo Stato. Abitare in un paese capace di produrre autonomamente e in maniera indipendente eventi e musica in generale sarebbe il sogno di tutti, credo. Purtroppo così non può ancora essere. Il comparto musicale ancora oggi non è messo nelle condizioni di poter sussistere autonomamente. Questo vale ancora più fortemente per la musica live e i festival. Detto ciò, vogliamo domandarci se riteniamo opportuno che lo Stato investa in cultura? Perché il punto è questo a mio avviso. La musica è cultura, lavoro e produttività. In Puglia è stato studiato che ogni euro investito in cultura porta, a medio termine, un ritorno economico stimabile intorno ai 10 euro. Senza considerare la sfida culturale che si compie: educare la cittadinanza e il pubblico ad una certa sensibilità umana, immaginare mestieri nuovi, porre le basi per una capacità sempre maggiore di vivere e rispettare gli spazi e i luoghi che ci circondano. Per questo credo sia fondamentale che lo stato continui ad investire in cultura, nella musica e nei festival musicali. Questo significa investire nel futuro del nostro Paese.

THEGIORNALISTI: No idea.

 

Gli italiani sentono il bisogno di Festival in cui musica, arte in generale, sport, food si incontrano e si influenzano? O preferiscono i concerti classici?

VITO:Per una sorta di simpatica deformazione professionale io amo i grandi eventi e festival. Non è una sterile questione di “eventismo megalomane”. Mi piace l’idea che attorno a grandi progettualità possano convergere tante realtà. Far coesistere storie, punti di vista, immaginari e vision differenti. E’ questa la vera sfida che in Italia dobbiamo affrontare. Vincere il provincialismo per costruire una grande rete nazionale che sia attrattiva anche all’estero. Non ci mancano idee, capacità e qualità. Dobbiamo avere solo più coraggio.

THEGIORNALISTI: Il trend vedrebbe la prima ipotesi come astro nascente. Tanto ormai il food il gourmet lo trovi anche in farmacia. L’importante è che l’attenzione sia rivolta alla musica se è un festival musicale.

 

 

Qual è, secondo te, il Festival più importante a livello mondiale?

Domanda difficile. Sono affascinato da tantissime realtà che conservano al loro interno tante differenze ma peculiarità straordinarie. Da qualche settimana sto studiando, ad esempio, il festival svedese “Into The Valley” che si svolge a Rättvik. Lo reputo eccezionale. Ha una location mozzafiato, line-up di altissima qualità e una logistica e organizzazione impeccabile. Il Primavera sound festival è un’altra grandissima realtà, il Tomorrowland penso sia un istituzione per gli amanti del genere.

In Italia lo Spring Attitude e il Mi Ami festival.

Poi c’è il Dimension Festival in Croazia.

E’ davvero complesso per me sceglierne solamente uno.

THEGIORNALISTI: Sono un affezionato del Primavera Sound, ci vado da anni tranne questo, proprio perché siamo in tour.

 

E quello che manca in Italia?

VITO:Un grande festival che si collochi nel sud Italia. E’ quello che sogniamo di poter realizzare con l’FMI: nel cuore della murgi, accanto a Castel del Monte, un grande evento di richiamo internazionale. Ci vorrà ancora molto lavoro ma noi non molliamo.

Il pensiero di potersi svegliare nella propria tenda, immersi nel cuore di questo pezzo di Puglia magnifica, di guardare l’alba e il tramonto accanto al maniero federiciano ascoltando grandi band….credo valga tutto il lavoro che abbiamo fatto, che stiamo facendo e che faremo.

THEGIORNALISTI: Sarebbe un sogno avere un Primavera Sound anche qui, ma dove lo fai? Magari sul lungomare.

 

Location vs Lineup: cosa rende un Festival unico?

VITO:Un mix di tutti gli elementi. Non credo sia una semplice questione di location o artisti.

E’ la storia che racconti al tuo pubblico. E’ la capacità di chiedere ad ognuno di scommettere ogni anno con te in questo progetto.

THEGIORNALISTI: Per me la line up. 

 

VITO: L’augurio per il FMI che quest’anno compie 3 anni: di poter continuare a crescere, coinvolgendo ancora più realtà e ampliando le collaborazioni. Auguro all’FMI di avere dinnanzi a se ancora tanta strada. Per poter migliorare a piccoli passi con il contributo di tutti. Come abbiamo scritto nella pre-campagna pubblicitaria, “ma il nostro amore è qui per restare”. E rimarrà sempre vivo.

THEGIORNALISTI: Che possiate esistere per altri cento anni, lavorare, dare lavoro e guadagnarci.

Leave A Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *