A Milano la Design Week è sacra, forse più della Fashion Week, più delle domeniche al Teatro Franco Parenti e di qualsiasi festival di musica al Magnolia. C’è chi si registra a tutte le feste con “nome + 4”, chi di accreditarsi non ne ha nemmeno bisogno, chi va a caccia di gadget, chi di alcool gratis a girare tutta la sera in Tortona e in Brera. Chi lascia di corsa Milano perchè il traffico e gli ubriachi e gli hipster, gli hipster!, e gli stand della Red Bull parcheggiati in ogni dove gli danno il voltastomaco.
Ma è in questi giorni che Milano viene rivoltata come un calzino e si scoprono disegnini e buchi mai visti: luoghi eterogenei, indipendenti, colorati, cupi, tra attici e seminterrati.
Tra gli altri, abbiamo scambiato due parole con Gabriele Bosetti de Il Fieno, band che si è esibita giovedì in via Tortona 21.
www.ilfieno.it
Suonare in occasione della Design Week vi ha fatti sentire parte di un progetto più grande?
Il nostro obbiettivo primario è unicamente quello di scrivere canzoni e poterle promuovere ad un pubblico: non ci siamo mai interessati particolarmente a situazioni che avessero a che fare con la moda e il design, e credo mai lo faremo. Per noi è stata un ottimo contesto in cui suonare, ne più ne meno.
Ne approfittiamo per fare un plauso all’Attico di Via Tortona 21, che in un periodo in cui l’arte sembra ridotta a mero optional ricreativo sta investendo sulla musica dal vivo.
Ogni anno migliaia di persone arrivano da tutto il mondo, si dice, per il Salone del Mobile…A noi è sembrato più da Milano e dintorni, tutti ammassati sul ponte di via Tortona…Avete avuto a che fare con un pubblico diverso dal solito?
In verità siamo abituati ad un pubblico abbastanza eterogeneo, quindi non abbiamo notato sostanziali differenze.
Più che altro abbiamo avuto a che fare col ponte di Via Tortona.
Per l’anno prossimo: è bene ricordare che per arrivare in Via Tortona esistono anche altre strade.
Parliamo ora delle vostra musica: avete rilasciato due EP, ora é in arrivo un album? Quanto é importante, secondo voi, il disco fisico in questo momento comparato alle vendite digitali?
Sì, il disco uscirà con l’autunno, e per noi che abbiamo vissuto anche gli anni delle compilation su cassetta il supporto fisico ha e sempre avrà un’importanza mai marginale.
Crediamo che un disco sia, oltre che una raccolta di canzoni, un’opera a tutto tondo, dal packaging all’impostazione grafica: in questo senso valgono da esempio album come Sgt. Pepper’s dei Beatles, o più recentemente tutta la produzione di Tom Waits per la ANTI-Records.
Senza dimenticare che la vendita dei cd ai concerti è una delle poche entrate reali che una band possa avere.
E’ in arrivo il video di un nuovo singolo, cosa ci anticipate?
Che abbiamo preso un sacco di freddo nel farlo, e abbiamo più volte rischiato la morte sotto la galleria di Porta Garibaldi.
Si chiamerà “Del Conseguimento Della Maggiore Età” e per suoni e attitudine si posiziona a metà tra quello che siamo stati e quello che saremo.
Adesso chiudete gli occhi, visualizzate il vostro tour primaverile e sognate di essere invitati a uno dei festival più grandi d’Europa o del mondo: dove vorreste andare e perché?
Sinceramente ci sono un sacco di festival, in Europa e nel mondo, a cui sogniamo di partecipare, ma ci teniamo a citarne uno a cui abbiamo suonato e in cui ci piacerebbe tornare: è il Filagosto, e per accoglienza, professionalità, qualità della proposta e calore umano non ha nulla da invidiare ad eventi più blasonati.
Andateci se potete, magari ci si beve una birra insieme.
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