Abbiamo adorato “Baby Soldato” e ci siamo praticamente sciolte in lacrime con “Il posto più freddo”. Poi, il 29 gennaio, è uscito “Aurora”, il nuovo album di Niccolò Contessa aka I Cani ed è stato proprio come ce lo aspettavamo. “Aurora” è sempre pop ma molto meno rock. È sarcastico e provocante ma racconta molta verità. Arriva dopo il secondo album “Glamour” (2013) che aveva consacrato I Cani come una delle più solide realtà della nuova musica italiana.
Dicevamo: niente rock, niente schitarrate e rabbia, solo sintetizzatori e drum machine. I ritmi si abbassano, le strutture si dilatano, ogni elemento si prende il suo spazio e dipinge una malinconia che se, appena appena, fuori pioviggina, ti senti subito al freddo. Infatti, sebbene il titolo dell’album sia una bellissima alba, i toni degli 11 brani sono crepuscolari e intrisi d’ansia. Si parla di cammini religiosi (“Protobodhisattva”), di stragi, di fica e di droga con gli stessi lunghissimi synth come in “Ultimo mondo” e l’ultima “Sparire” chiude il disco sui tasti del piano digitale. In qualche intervista I Cani dice di aver scelto questo titolo per lasciare una speranza, perché una luce c’è, anche se non si sa bene dove.
“Aurora” verrà presentato in anteprima con due concerti speciali a Milano e Roma (il 21 febbraio all’Alcatraz e il 23 all’Atlantico Live Club) entrambi aperti da Calcutta. Il tour parte ad aprile.