C’è un’età in cui ci divertiamo a girare vorticosamente guardando il cielo e lasciando che nuvole e piante si mescolino in un frappè di mondo. Così abbiamo conosciuto Heidi Kilpelainen: lasciando che ci mostrasse la terra girare vorticosamente e suonare e fondersi con i suoi occhi verdi.
Questa l’intervista a Heidi, in arte HK119.
Heidi, sei nata in Finlandia. Avresti voglia di descrivere per noi il paesaggio in cui sei cresciuta?
È una terra con decine di migliaia di laghi e foreste… La Finlandia è bella. I ricordi della mia infanzia più remota riguardano i giorni trascorsi in un cottage in estate facendo saune e nuotando nel lago per ore con i miei cugini. L’estate è corta ma amabile con un tempo meraviglioso. Gli inverni sono lunghi e freddi, quindi è diventato leggermente difficile per me viverci. La mancanza di luce si fa sentire, ma è fantastica da visitare, oltretutto io amo sciare.
Hai studiato a Londra, la scena londinese quanto ha influenzato il tuo lavoro?
Ho studiato al Central St Martins School che si trova nel centro della città vicino a Soho.
La vita londinese mi ha influenzato molto. Londra è una città caotica che ha invocato in me contemporaneamente uno scenario sci-fi apocalittico e il suo contrario, così come si vede in Imaginature.
HK119 è un nome che odora di avanguardia e sci-fi. Come è nato e perchè proprio il numero 119?
119 è una data. L’11 settembre è il mio compleanno e anche un curioso collegamento con i tragici avvenimenti dell’America. Questo collegamento da carattere all’HK, ho pensato. Era come un messaggio di attenzione al male della vita contemporanea. Il nome è ispirato anche da THX 1138, film di George Lucas. Ero veramente interessata ad alcuni film sorprendentemente sci-fi del tempo.
Il contratto con l’importante etichetta di Bjork, la One Little Indian, è arrivato nella tua carriera molto presto (appena a due anni dagli esordi 2003-2005). Te lo saresti aspettato?
Non proprio, fu una sorpresa ricevere una e-mail dal mio attuale capo che diceva che gli sarebbe piaciuto pubblicare le mie registrazioni! Aveva visto i miei video DIY (Do it yourself) che avevo fatto al Central St Martin’s, dopo aver finito un grappolo di canzoni sulla mia 8 track machine.
Fu grazie a Bjork e Leila che venne a conoscenza del mio lavoro.
Quali sono le principali caratteristiche che ti hanno permesso, secondo te, di catturare l’attenzione di Leila Arab e Bjork?
Il mondo che ho creato penso, è estremamente singolare. Bjork disse che, anche se mi avessero dato un milione di sterline, non avrei potuto produrre un miglior video. Lei apprezzò molto l’aspetto minimalista ed anche il testo della canzone. Lo stesso per Leila. Li è piaciuto l’approccio “2 minuti ed 8 traccie”.
Veniamo ora al tuo ultimo lavoro “Imaginature”, uscito a marzo 2013. Quale messaggio vuoi trasmettere con la tua musica?
A livello personale il nutrimento, il senso di sicurezza e la poesia con cui la natura ha contribuito a cambiare la mia vita. Un giorno stavo girando per le vie di Londra e mi resi conto dell’energia positiva che tutto quel cemento mi stava togliendo. Per dirla in modo semplice, è un mio motto personale quello di “rispettare la natura”, di ricordare che siamo parte di essa, un’unica cosa, e che la nostra salvezza dipende dalla sua.
E con i tuoi testi?
Voglio trasmettere la bellezza ed il mistero della natura, mischiati al mio stato d’animo. Volevo innamorarmi e per questo ho scritto Iceberg, mi sono sentita timida ed insicura nel processo dell’innamoramento e quindi ho scritto Hide. Alcuni viaggi ed esperienze sciamaniche hanno ispirato direttamente Moss, Adailson e Spring. Liricalmente “Imaginature” è come un mix di vita, sogni, natura e mistiche esperienze.
I tuoi live sono certamente degli spettacoli a 360°. Cosa ti spinge a reinventare continuamente i tuoi look e le scenografie e quale collegamento hanno questi con la tua musica?
Il processo di scrittura è poliedrico e, conseguentemente, tutti gli aspetti della mia creatività sono dei riflessi nel mondo in cui vivo. Durante le riprese, filmai suoni e rumori della natura ma anche le località. Questi fotogrammi sono diventati lo sfondo dei miei live e, in più, utilizzo queste immagini per fabbricare i miei costumi. Vestirmi con pezzi di carta ricordando un Iceberg fu una mia fantasia di anni fa. Non immaginavo che dopo questo sarei “diventata un Iceberg”…
Hai in programma date in Italia?
Sì, assolutamente!
A presto!