I Telestar nascono nel 2008 capitanati da Edoardo Bocini. Il nuovo disco “Purosangue”, uscito a gennaio, ci è piaciuto e abbiamo deciso di intervistare il frontman Edoardo. Un cantautorato elegante con dei bei testi, cantanti da Edoardo che ha una voce molto profonda, che a tratti ricorda quella di Faber. Al nuovo disco ha lavorato il produttore Matteo Cantaluppi, Ivan Antonio Rossi come ingegnere del suono e Matteo Milea come aiutante di studio.
Dove lo avete registrato?
Abbiamo registrato la prima parte del disco al vecchio Mono vicino alle colonne di san Lorenzo. L’ultima parte del disco sempre al mono ma nella sede nuova.
Lui è il collegamento con band come Thegiornalisti e Ex-Otago, vi frequentate?
Conosco i grandi Canova ai quali ho aperto qualche concerto. Sono dei cari amici, tra l’altro l’assolo di chitarra nel finale di ‘’non vuoi rinascere’’ è di Fabio Brando.
Torniamo a parlare del disco.
Il disco è stato un lavoro piuttosto lungo, direi che dalla pre-produzione del primo brano alla pubblicazione del disco sono passati circa due anni e mezzo. La cosa bella è che molti brani sono stati scritti durante questo periodo di due anni, quindi direi che sono piuttosto attuali per me».
Una serie di brani che hanno molto di autobiografico…
Esiste un momento in cui devi crescere anche se non lo vuoi necessariamente. Sarebbe bello vivere con leggerezza ma ad un certo punto la vita chiama e devi essere pronto a scegliere. Ecco “Qualcosa è cambiato” parla della malinconia verso quella leggerezza di vivere.
“Non vuoi rinascere” è sempre un testo autobiografico anche se è scritto in terza persona. Anche qua il tema del cambiamento torna e la fa da padrone anche se da un punto di vista del rapporto tra due persone. È dedicato a me.
C’è molto dream pop internazionale nelle sonorità di questo album ma anche un eco anni ’90. A che artisti ti ispiri?
Ascolto tantissima musica sempre e mi ispiro alle cose più disparate. Di progetti internazionali mi piacciono i The National, Kurt Vile, Mac DeMarco, The war on Drugs, Nick cave ecc.
Dei cantautori italiani mi piacciono i classici, come Faber e Lucio Dalla, ma anche le cose nuove… degli anni novanta ho finito tutti i dischi dei Verve, degli Oasis, dei Doves, quindi magari potete sentire anche un po’ di quello …
Nella scena musicale italiana secondo te cosa è cambiato dal tuo primo album nel 2012?
Nella scena musicale italiana finalmente si sono aperti gli occhi su realtà artistiche molto valide anche se piccole ed indipendenti. Purtroppo però come spesso accade in questo paese la situazione è un po’ sfuggita di mano. Basterebbe un attimo di buon senso da parte degli artisti e produttori nel pubblicare un po’ meno cose ma più belle, come fanno gli inglesi da sempre.
Per quanto riguarda il mio progetto, nel 2012 quando facemmo il nostro primo disco non avremmo mai avuto abbastanza soldi per fare un disco di livello con un produttore e nessuno a quei tempi credeva in noi abbastanza per investire. Il primo disco lo abbiamo praticamente scritto prodotto registrato mixato e masterizzato tutto alla sala prova nostra, ci mancava solo di stamparlo a mano. La scrittura è ovviamente cambiata perché è un disco di quasi 10 anni fa.
C’è un artista di cui vorresti aprire il concerto?
Nick Cave
Cosa c’è nella tua playlist?
Non ho una playlist purtroppo, ascolto ancora i dischi, vi consiglio di ascoltare ’’Bottle It in‘’ di Kurt Vile del 2018, l’ultimo disco che mi è piaciuto veramente nell’ultimo anno di ascolti.
Raccontaci qualcosa di te, dove vivi?
Vivo tra Milano e la Toscana.
Consigliaci un bar
Il bar Quadronno in via Quadronno a Milano
Consigliaci un club
La Limonaia di Fucecchio in Toscana