Il look retrò che adottano e il sound vintage non li hanno lasciati ancorati al passato ma sono il risultato della fusione di rockabilly, funk, boogie-woogie, disco, jazz, blues. “We’re not closed to anything – hanno raccontato in un’intervista al Guardian – we just feel if something works for the song then use it. We don’t think, ‘We can’t do that’.”
Li abbiamo visti ieri sera al Magnolia, dopo aver consumato negli anni i loro album. Presentano il terzo lavoro “KITTY, DAISY & LEWIS THE THIRD”, composto da 16 tracce registrate in uno studio che il trio ha ricavato da un ristorante indiano abbandonato a Camden Town e prodotte dal leggendario chitarrista dei Clash, Mick Jones.
Salgono sul palco alle 22.30 con i loro abiti vintage come da copione.
Sono tutti polistrumentisti: suonano chitarra, pianoforte, banjo, chitarra lapsteel, armonica, contrabbasso, ukulele, percussioni, trombone e xilofono, e durante il live cambiano continuamente la formazione sul palco alternandosi nell’utilizzo degli strumenti.
Con loro, sul palco, i coniugi Durham: mamma al contrabbasso e padre alla chitarra.
Il pubblico è entusiasta e coinvolto. Daisy si muove principalmente tra pianola e batteria, Kitty tra armonica, basso e batteria e Lewis si concentra su voce e chitarra. Arriva in scena anche il trombettista jamaicano Eddie “Tan Tan” Thornton. Fenomenale.
Hanno voci grintose e una grande presenza scenica, non a caso sono stati apprezzati da Chris Martin, Bryan Adams e Amy Winehouse presenti ai loro primissimi concerti. Fanno i brani del nuovo album come Feeling Of Wonder e Baby Bye Bye ma anche grandi successi precedenti come Messing With My Life e Going Up The Country.
A fine concerto, conclusosi con una serie di assoli travolgenti, i fratelli scendono a firmare autografi.
Tutti insieme, sorridenti. Una grande happy family anni ’50 che ci manda a casa con gli occhi lucidi.