“Montage of Heck: The Home Recordings” ha le atmosfere del giorno di Santo Stefano quando gioia e disgusto si mescolano in maniera imbarazzante nei nostri stomaci, quando sai che i regali li hai già aperti, ma sei pur sempre in vacanza, quando il massimo della soddisfazione è digerire come un tricheco arenato sul divano. In quello che viene definito il primo disco solista di Kurt Cobain, si sentono la sua verve creativa, la felicità nel suonare, la noia e la rabbia che convivono come 4 coinquilini che hanno imparato a conoscerci. Kurt ha inciso su cassette versioni acustiche di quelli che sarebbero diventati capolavori, ha intrecciato suoni elettronici in tempeste di suono e recitato poesie. Un disco che attraversa gli anni ’80 e arriva fino al 1994. C’è il feeling sereno con la chitarra nella folk “The Happy Guitar”, le note che ben conosciamo in pochi minuti di un’inedita “Sometghing in The Way”, la rabbia in “You Can’t Change Me”, la disperazione di un tentato suicidio nella recitata “Aberdeen” (contenuta solo nella versione deluxe del disco), ci sono le chicche come “And I Love Her”, cover di Paul McCarteny, e “Do Re Mi”, notoriamente l’ultima canzone scritta da Cobain
L’album ha una visione cinematografica d’insieme ed è per lo più in ordine cronologico, per quanto il curatore Brett Morgen sia riuscito a datare l’audio delle cassette. Il medley “You Can’t Change Me/Burn My Britches/Something in the Way” era contenuto in una cassetta, così come l’ordine “Aberdeen – Bright Smile – Underground Celebritism” è quello originale inciso da Kurt.
Tutto questo è il disco della colonna sonora di “Kurt Cobain: Montage Of Heck” il film di Brett Morgen che, se non avete ancora visto, vi consigliamo di guardare subito approfittando delle vacanze. Intanto qui la nostra recensione del film.
Deluxe edition