E’ tornato il cantautore maudit insieme al suo mazzo di fleurs du mal ed insieme ai The Bad Seeds. Solca quest’anno i palchi dei più importanti festival mondiali come Coachella e Primavera Sound.
E’ da poco uscito Push The Sky Away, il nuovo album del cinquantaseienne maledetto Nick Cave che, da anni, canta le proprie tenebre innalzandosi ai nostri occhi come uno dei poeti più talentuosi dei nostri giorni. E la poesia che dona più luce è spesso la più oscura. Vogliamo dedicare un post a questo australiano perchè ci avvilisce vedere la gente additare Cave come un menestrello fuori moda. E poi, chissà com’è, a noi italiani spesso sfugge il bisogno di comprendere la lingua inglese, come se le parole che accompagnano la musica fossero, senz’ombra di dubbio, un simpatico lalala, sisisu, nonone.
Tracklist:
We No Who U R
Wide Lovely Eyes
Water’s Edge
Jubilee Street
Mermaids
We Real Cool
Finishing Jubilee Street
Higgs Boson Blues
Push The Sky Away
Needle Boy (b.t.)
Lightning Bolts (b.t.)
Abbiamo deciso di immergerci in Push The Sky Away per tentare di afferrare il significato più profondo di quell’anima tormentata che è il nostro Cave. Un album che sembra creato guardando il mare in anni di vita trascorsi a contemplare la propria anima e quel male che ne scaturisce così spontaneo. Un oceano dove le sirene diventano angeli, angeli del giudizio. L’autore ci dice che allontanerà il cielo per immergersi nel proprio paradiso in fondo agli abissi, caratterizzando i testi delle canzoni con vocaboli ben precisi: wide, mermaids, cool, waves.
We no who u ur sembra una canzone che è metafora della doppia anima dell’autore: “Tree don’t care what a little bird sings/ There is no need to forgive/We go down with the dew in the morning” all’albero non importa cosa gli uccelli cantino, io non ho più bisogno di perdonare, di perdonarmi, ma posso respirare tranquillo immerso nella rugiada del nuovo mattino. E fin qui tutto tranquillo, che abbia trovato la pace? Wide lovely eyes è una ballata d’amore in cui sembra che la donna della copertina dell’album (Susie Bick, la moglie, è nuda) cominci a danzare con mani di farfalla e lunghi capelli di sirena “I watch your hands like butterflies/And they’ve hung the mermaids from the streetlights by their hair”. La terza canzone è Water’s edge e l’album comincia a scavare nel profondo; qui è dipinto un corteggiamento dove la parte maschile è troppo old, mentre la parte femminile è troppo young “Their legs wide to the world like bibles open” e così la comunicazione tra sessi precipita “R
eaching for the speech and the word to be heard/The girls reach for the speech and the speech”. Jubilee street, la strada del Giubileo (evento in cui vengono rimessi i peccati a tutti i fedeli), ci trafigge in profondità per la chiarezza con cui Cave ammette disperato di temere la donna-angelo-sirena venuta per giudicarlo “The problem was she had a little black book/and my name was written on every page”; ci confida che è pronto a pentirsi: abbandonare l’Amore “My wheel of love” a mettersi giacca e cravatta e a volare come un angelo giù in città… non farlo Nick, non tradirti. Mermaids è il cuore del concept album: I believe in God/I believe in mermaids too/I believe in 72 virgins on a chain. Nella sesta canzone dell’album We real cool ricorre la domanda “Who was it? Yea you know”: chi ha progettato il mondo in cui vivi (Wikipedia compresa)? E’ stato il buon pastore e tu lo sai, ed io spero che egli mi stia ascoltando e che mi chiami presto. E se ancora non vi siete convinti che queste poesie turbino in un’orgia ordinata di rimandi, ascoltate un pò Finishing Jubilee street: il protagonista sposa una giovane donna “very young” e lei non porta capelli di sirena ma una chioma nera e ha un’ombra di ragno che spaventa i bambini “It flies and leaped like a black spider between your legs/And cried, my children my children”. A questo punto la notte diventa hot e black, pervasa da alberi in fiamme, rose color del sangue e finestrini aperti su una triste contemporaneità: siamo in Higgs Boson blues, canzone che prende il titolo dalla “Particella di Dio” studiata in ambito astronomico. Stiamo tutti con il fiato sospeso, l’autore riuscirà a ritrovare la serenità? Ce lo dice Push the sky away: “I was riding, I was riding home/The sun, the sun, the sun was rising from the field”; vogliamo saperlo, Nick Cave, sei felice? Ne è valsa la pensa di farsi di eroina, di farsi di donne, di alcool, di sirene, di solcare gli oceani, di non trovare la strada per raggiungere Itaca? “And some people say it’s just rock and roll”.
E la verità è che non scegli chi essere e non esiste penitenza che possa redimere la tua voglia di essere qualcun altro.
Non l'ho sentito, ma già mi piace.
Le sirene/angelo sono un punto di vista interessante
Gioia
brave come sempre.vi abbraccio