Non ci è mai stato chiaro il dentro-fuori dalle classifiche dei The Coral, né il perché gruppi come The Strokes e Arctic Mokeys li abbiano sostituiti. Noi, li abbiamo amati in tutte le loro sfaccettature, una barriera corallina di colori variegati presi in prestito dalla Motown, dal garage, dalla psichedelia tutta british. Ed ora, a distanza di 5 anni dall’ultimo “Butterfly House”, tornano con il settimo album “Distance Inbetween” in uscita il 4 marzo.
Ci siamo ascoltate subito i 3 mini trailer del disco come se girassimo in fretta e furia il tubo di un caleidoscopio musicale: ritmo, imponenza, western, anni ’80. I The Coral hanno inciso il loro marchio di fabbrica proprio sulla loro capacità di saccheggiare ogni genere musicale facendo cover di Beatles, Sam Cook, Bob Marley, costruendo singoli garage come “I Remeber When”, western che girano su tre accordi come “Shadows Fall”, il quasi morriconiano “Don’t Think You’re The First” e pezzoni da classifica come “In The Morning”.
Non c’è dubbio che i primi due album siano stati eccezionali: The Coral (2002) e Magic and Medicine (2003). Ma i 6 di Liverpool, capitanati dal frontman James Skelly potrebbero ancora stupirci perché hanno orecchio, potenzialità, gusto e ancora tante idee “Before we started making the album we had discussed that we wanted it to be more minimal and rhythmical,” racconta James Skelly “We thought ‘if you’ve got a rhythm section that’s been playing together for almost twenty years, why not make that the centre of the songs?’”.

E così, mentre ci stavamo arrovellando su cosa aspettarci, ecco che esce il primo singolo “Chasing the Tail of a Dream”  dedicato ad Alan Wills, il fondatore della Deltasonic Record morto a 52 anni.

I The Coral si allontano dal pop in favore del rock, un rock fatto di chitarre ruggenti e psichedelia che ci fa esclamare Welcome Back !
Per ora Online solo le date del tour 2016 in UK, ma noi vi aspettiamo con ansia (anche se una gitarella non sarebbe male).