“Potlatch” è il primo EP dei Vox Delitto, band di Padova che esce sotto l’etichetta Sotterranei, di cui sono co-fondatori. Cinque tracce che affrontano il tema della catastrofe intesa come condensazione e dissoluzione, racchiuse sotto il nome di una cerimonia tribale che prevede l’elargizione dei propri beni.
L’ampio ventaglio di generi musicali toccati, dalla psichedelia anni ‘60 e ’70, al noise, corrisponde alla varietà degli strumenti utilizzati, dal djembe, alla lap steel. Nessun codice, però, è negato da un altro, piuttosto sembrano rincorrersi in un’incessante aspirazione all’unità. “Potlatch” si apre con “Little Boy”, uno strumentale dal ritmo ipnotico, e non ci stupisce sentire come seconda canzone una reinterpretazione della canzone che cantavamo da bambini “Gli indiani al centro della terra”. “Rovine” ricorda i paesaggi morriconiani mentre ne “Il mare” si sente il blues. Il titolo della quinta e ultima traccia “Hibakusha” è un omaggio a coloro che sopravvissero al bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki perché «“Potlatch” è residuo e segno, è geroglifico. È ustione, è l’hibakusha – allegorizzato e fulminato –, è il guerriero dimenticato che galleggia a fior d’acqua». Un EP da ascoltare tutto d’un fiato, che riesce a trascinarti negli abissi in un girotondo incessante, a cui hanno partecipato in molti. In primis Alvize Rittà Ziliotto (chitarra e voce), Francesco Fiorindo (chitarra, lap steel, flauto traverso, cori), Marco Sorgato (basso) e Marco Francescon (batteria) Stefano Barzon (djembe, darbuka) che si sono avvalsi della collaborazione di Francesco Aneloni (organo in Hibakusha), Pietro Berselli (cori ne Gli indiani al centro della Terra), Piero de Checchi (mandolino ne Gli indiani al centro della Terra) e Ulisse Schiavo (cori ne Gli indiani al centro della Terra e in Hibakusha).
1. Little Boy
2. Gli indiani al centro della terra
3. Rovine
4. Il mare
5. Hibakusha